Wednesday, December 1, 2010

Jewal A Private School Jewel



Giorgio De Chirico, Square Souvenir d'Italie, 1916
Milan, Arengario (Portaluppi, Griffin, Magistretti, Muzio), 1936
side towards Piazzetta Reale (photo by Henry Mercatali)


MILAN
TWENTIETH CENTURY ICONOGRAPHY and iconoclastic



The upcoming public opening of the twentieth century in the Palace Museum in Piazza Duomo Arengario marks a milestone of enormous interest to Milan and the events of the twentieth century that had drama in it, especially in its iconic represented, on the one hand, the image of the renewed and simplified interpretation of a classical architettonico estremizzato e sintetico, laconico e mordente, spettacolare e complesso anche se apparentemente statico e freddo, ma anche dal multicolorismo futurista dinamico ed "elettrico", dal movimentismo fulgido e complesso della nuova arte che marinettianamente vi nasce proprio in Galleria, in mezzo alla sua folla più convulsa.


Marcello Piacentini, 1938 - Il Palazzo della Civiltà Italiana (Colosseo Quadrato)
foto di Enrico Mercatali


Un'architettura che trae spunto dalle tetre periferie operaie ed un vitalismo estetico, colorato e filmico che nella sua pittura si veste coi panni della ricca borghesia imprenditizia che abita i salotti del centro, formano, agli inizi del secolo XX, l'anima di quella Milano che seppe attraversare le tragedie ideologiche di quel secolo per diventare "da bere", dopo gli anni che dal boom economico la seppero trasformare in capitale mondiale del Made in Italy, città dalle mille facce, ove arte e industria, cinema e moda la resero famosa nel mondo.

Furono gli anni, quelli, dei grandi sogni non più realizzati, nei quali, terrorismo e ruberie, scontri ideologici e poteri occulti fecero in modo che tutto si bloccasse. Per oltre quarant'anni il mito novecentista milanese ha germinato soprattutto all'estero ove divenne faro vitale di modernità.

The Arengario has taken in this context of contradictions and conflicting semantics, a very special role, perhaps because of its location on the third prong of an equilateral triangle, the other corners, has the Duomo and the Palazzo Reale. His severe and counting has never been loved by the Milanese, although they had already digested other so-called "ugly", including the most indigestible were Stacchini Central Station and the Palace of Justice Piacentini.

From: Giovanni Muzio Palazzo della Triennale, 1933 (historic photo)
Triennale Palace today with the fountain De Chirico, la Cà Brutta, 1922 (particolare)



Non a caso ancora alla fine degli anni ottanta, proprio nel bel mezzo del periodo milanese più opulento che si chiamo "da bere", Enzo Mari ne propose la demolizione, anzi, ancor peggio, ne propose, in uno dei suoi più brutti progetti, un assai timido "dileggio", demolendone una parte, e trasformando quella restante in una "fettina di torta" che poco sapeva ironizzare, almeno quanto avrebbe fatto il meglio di Bob Venturi, o chi da lui avrebbe sposato le tesi di "Complexity and Contraddiction", seguendone la conseguente "Strada Novissima".




Enzo Mari, plastici e disegni del progetto per piazza del Duomo
(da "Tre Piazze del Duomo" per il recupero e valorizzazione dell'area Duomo-Scala, Arcadia edizioni, 1984)
In questo progetto, uno dei più brutti a firma del designer milanese, si propone la quasi totale demolizione dell'Arengario. Di esso ne sarebbe rimasto in piedi un "simulacro", di tale misera entità in quel contesto, da farne preferire, piuttosto, la sua totale demolizione, la quale a quell'epoca, era ancora da molti auspicata.

Quel progetto ha saputo however, represent the testimony of disgust that the Milanese had for this building that, regardless of its "historicity" not yet totally unravel, he could not do justice to the Cathedral and the building next to it Piermarini had to give hospitality to real visit to the city.

Yet De Chirico had long dealt with the issue of the squares of Italy, and the Coliseum Square had already been taken up as the "registry" of a modernity that is typically Italian, a bit 'because it has become, for many, "Mussolini" in style, but because objectively and specifically Mediterranean sun, the white marble of his Latin, in the cleaning of architectural features, and a marking of the shadows so sharp and could not be sundial.

Giorgio De Chirico, Piazza of Italy, 1938

Referring to De Chirico, Aldo Rossi went consolidating iconically, in those years, a new collective consciousness, a way of recognizing and mirrored in all of their origins, in a sort of collective memory made of classical suspended and internalized, full of Roman and Mediterranean sunshine, however, expressed little, or at Modena Cemetery in Milan Gallarate, more likely, especially the latter, a Sironi peripheral gray.


Aldo Rossi, due progetti realizzati, ispirati alla metafisica dechirichiana:
Sopra: stecca residenziale a Milano (Quartiere Gallaratese), 1962 (foto G.Basilico)
Sotto: Cimitero San Cataldo di Modena, 1971

Perfino nel design ci fu un richiamo, da parte d'alcuni, in quegli anni, nella consapevolezza d'un consolidamento ormai avvenuto e maturo, a quelli che già Portaluppi assai sapientemente organizzava nei decori delle abitazioni borghesi, e negli arredi detti "novecentisti" appunto, per il richiamo a quello stile.

Milano, di quei sintagmi, ne è davvero colma. Basterebbe fare un giro nel suo centro, visitandovi i dintorni di piazza San Babila, per visitarvi l'opera di Portaluppi, appunto, o di Giovanni Muzio, da porta Venezia e porta Nuova, fino allo stesso Palazzo della Triennale.

Oggi vediamo tutti con nuovi occhi quell'Arengario che Mari voleva demolire, e al cui solo progetto di demolizione, in fondo, molti plaudivano. Oggi siamo tutti consci che sia stato un bene tenerlo in piedi per fargli rivivere le passate glorie, per renderlo contenitore perfetto d'una storia del Novecento piena di spigolosità e di bellezze, contraddizioni e splendori. Anche se, dobbiamo riconoscere, che il suo restare in piedi non è stato frutto d'una scelta ponderata e saggia, ma solo d'un Another bad Italian-style affair, consisting of the block every initiative planning and construction due to Tangentopoli, which devoured all the resources in the private, not letting the crumbs publice achievements that, therefore, never took off.


The design captures the fragments of a trend by offering the widest audience:
Mercatali Henry, "Twentieth Century" - table piece for Fasem International, 1990,

wood finished "ALPHATON" in different colors and cut crystal into two layers and pvb
(homage to the pre-war modernism, costruito sui segni d'una tutta milanese romanità, rinato negli interessi
antiquari degli anni '80, testimoniato dai numerosi nuovi sfarzosi negozi d'arredo novecento in città)


L'Arengario oggi non si chiamerà più così e si chiamerà invece "Museo del Novecento". Esso oggi risplende di una nuova luce e potrà ben rappresentare la città di Milano nel mondo, accanto al Duomo e a quel Palazzo Reale che continuerà ad ospitare, come ha già ospitato, mostre temporanee d'alto profilo.
Questo sia d'auspicio per una rapida soluzione anche ad un altro problema annoso della città, riguardante la "Grande Brera", nella quale tutti avremmo voluto tempo fa che you would have to give way to the wonderful project of James Sterling, planned and willed by the superintendent regret Russoli Franco back in the '60s.
But with the project for the Museum Rota twentieth century (and certainly not with so many other high-sounding and wrong projects still in progress in Milan, such as Milan or City Museum of Fashion, Milan seems to pick up the thread of a speech linear and virtuous. In this project the city has thought Rota rereading his fantastic story with a heart made of epic moments that have shaped the modern. So he thought about the creation of a major twentieth century, which combines the experience of its physical construction and of his identity during the twentieth century as he crossed, entro l'involucro portaluppiano, le visuali che comprendessero le iconiche opere che vi sono custodite all'interno con le parti di città che segnano la sua storia, che dall'interno dei suoi spazi potessero essere viste, dal campanile di San Gottardo alla Torre Velasca, dalla bramantesca San Satiro al primo edificio brutalista di Figini e Pollini, che vi prospetta sul fianco. In tal modo egli ha voluto che l'esperienza d'un novecento agli albori comprendesse quella della città fatta dei suoi passaggi migliori, ovvero dei più visionari, attraverso i quali si leggesse l'essenza d'una città che ha conosciuto, e forse ancora conosce, il profondo senso di una progettualità capace, nel suo farsi, di tessere sempre un'idea di futuro.

Milano, 3 dicembre 2010

Enrico Mercatali

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